EVita

EVita. Prevenzione e riabilitazione nel sistema triadico degli autori di violenza nelle relazioni affettive

 

Il progetto “EVita. Prevenzione e riabilitazione nel sistema triadico degli autori di violenza nelle relazioni affettive” nasce con l’obiettivo di contrastare e ridurre la recidiva dei casi di violenza domestica, accelerare i percorsi di uscita dalla violenza e aumentare il benessere personale intervenendo sugli autori di violenza (sia liberi, sia denunciati, sia detenuti) attraverso un lavoro congiunto – triadico – sul nucleo familiare di appartenenza (moglie/compagna e figli).

Il progetto è realizzato grazie al contributo dell’ 8 per Mille della Chiesa Valdese e vuole potenziare e sviluppare la sperimentazione positiva realizzata dal proponente negli ultimi 2 anni su:
  • Interventi congiunti sul nucleo familiare (uomo maltrattante – donna vittima – minori assistenti alla violenza), la cosiddetta “triade”: questa è stata già un’innovazione positiva rispetto all’abituale gestione separata dei soggetti intra-familiari;
  • Interventi diretti sugli autori di violenza, siano essi volontari nella ricerca di un trattamento personale, siano inviati dall’autorità giudiziaria o detenuti, anche nelle sezioni sex offenders delle carceri genovesi: per i quali il territorio non offre in generale ancora sufficienti risorse e mezzi per approcciarli, e con i quali è possibile concretizzare l’intervento di triade.
Il Cerchio delle Relazioni ha affinato negli ultimi anni un’esperienza innovativa come centro antiviolenza in Italia, cioè quella di attivare congiuntamente le risorse umane e relazionali che ancora compongono il nucleo familiare oggetto di comportamenti violenti. E’ infatti consuetudine dei centri ritenere quasi esclusivo l’intervento solo sulla donna vittima, che è centrale ma che non considera l’importanza del lavoro su uomo attore di violenza e su minori presenti, per sostenere l’efficacia del percorso di uscita da una violenza che nasce e si manifesta in contesto relazionale affettivo molto forte.
L’innovazione – alla base di questo progetto – consiste quindi nel prendere in carico i 3 principali soggetti coinvolti nella cosiddetta “intimate violence”: la donna e, in funzione dell’intervento sulla donna, anche l’uomo e i minori che appartengono allo stesso nucleo familiare. Da qui nasce l’espressione “intervento sulla triade”.
Per realizzare ciò si è attivato innanzitutto un servizio di presa in carico rivolto a uomini maltrattanti o autori di violenza, lo “Spazio Uomo Maltrattante”: come per le donne, l’accesso degli uomini alla consulenza passa per la segnalazione degli ATS o di altre istituzioni, oppure per una richiesta spontanea dello stesso maltrattante, su suggerimento della moglie o compagna oppure a seguito della presa in carico dei figli. Il servizio è offerto in un luogo fisico rigorosamente separato e lontano dal Centro Antiviolenza, per ovvi motivi di obiettivi e opportunità.
I servizi per i figli (specie minori) erano invece già predisposti e accompagnavano il lavoro di ascolto e elaborazione delle operatrici con le madri vittime.
Allo Spazio Uomo si è integrata l’esperienza terapeutica diretta coi detenuti per violenze sessuali, in cui le caratteristiche tipiche dell’autore di violenza sono aggravate e dilatate dalla condizione di costrizione unita alla riprovazione da parte degli altri detenuti e all’oggettiva difficoltà di intraprendere percorsi di riavvicinamento al nucleo famigliare, se presente.
L’intervento complessivo realizzato sul nucleo familiare attraversato dalla violenza, incrociando punti di vista e affrontando le specificità relative ad ogni soggetto coinvolto, ha permesso di individuare le dipendenze reciproche e la dimensione relazionale ed espressiva della violenza all’interno del “sistema famiglia” (pur tenendo sempre ben chiaro l’obiettivo primario di interrompere la violenza e sostenere la vittima).
L’intervento sulla triade, che attribuisce maggiore rilevanza alla relazione e al sistema familiare, ha dimostrato di riuscire a integrarsi maggiormente con gli altri servizi del territorio, arrivando a fornire risposte nel complesso più efficaci.
Il partner previsto con azioni specifiche nel progetto è il Centro Studi Hansel e Gretel Onlus, di Moncalieri (TO).

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